Todi ed i suoi quartieri… Già altre volte mi era capitato di esprimere la mia preferenza per il Rione di Borgo.
Il Rione di Borgo è oggettivamente “bello”, e qui non ci piove. Per me però è anche un luogo pieno di ricordi: è dove da bambina andavo a mangiare a casa dei nonni paterni, o a giocare al Bastione, o a salutare le suore della SS. Annunziata che stiravano e facevano il bucato affacciate lungo Via di Firenzuola.
VIA DI FIRENZUOLA
LARGO DEL BASTIONE
Al Bastione c’era, e c’è ancora oggi, una casetta che mi piaceva tanto…
… era la mia casa dei sogni: ci abitava la sig.ra Floriana, che spesso mi invitava ad entrare e mi offriva biscotti e caramelle.
CASA DELLA SIG.RA FLORIANA
E poi c’era Pippo, il cane da caccia dello zio Massimo, che stava in un recinto nel giardino-orto dei miei nonni: credo che Pippo mi volesse particolarmente bene perché io, di nascosto da tutti, mi affacciavo al terrazzino e gli buttavo giù i Ferrero Rocher o i Baci Perugina! E lui impazziva dalla gioia …
TERRAZZINO DI CASA DEI NONNI PATERNI
Questi sono solo alcuni dei miei ricordi che però risalgono “solo” a 30 anni fa circa.
Quello che vorrei invece regalarvi è il racconto di una “Borghiciana” DOC, poi trasferitasi a Narni: la sig.ra Rosella Tarquini.
ROSELLA TARQUINI
Noi non ci conoscevamo di persona: siamo prima diventate “amiche” su Facebook e poi la scorsa primavera ci siamo incontrate durante un tour di Todi al quale Rosella ha preso parte. Spesso mi sono stupita per il suo attaccamento viscerale alla sua città natale e soprattutto al suo caro quartiere, Borgo appunto. Così le ho chiesto di scrivere qualche ricordo, qualche riga… Beh, lei con molto entusiasmo ha aderito, ma sono venute fuori un po’ più di poche righe! “Farai tu qualche taglio”, mi ha scritto poi in una mail…io ci ho provato a fare i tagli, ma sinceramente è stato impossibile: è tutto troppo gradevole ed interessante da leggere!
Quindi prendetevi altri 2-3 minuti e gustatevi questo bel racconto:
RICORDI D’INFANZIA IN BORGO NEGLI ANNI ’50 di Rosella Tarquini
Sono nata negli anni ’50 in Borgo, nel vicolo san Biagio. La vita di allora era decisamente diversa da oggi. Si viveva semplicemente, i vicini di casa erano come familiari. Si condividevano gioie e dolori. C’era tanta gioventù, famiglie numerose anche con i nonni.
I “POTTI” (bambini) di BORGO
(Altre bellissime foto d’epoca le potrete trovare nel sito web di JACOPINO DA TODI)
I GIOCHI
Si giocava per strada tranquillamente, tanto di macchine ne circolavano poche. I nostri giochi erano: nascondino, campana, berlina, tutto il cucuzzaro, a palla ( a 10 fratelli), a corda, ai 4 cantoni, a guardie e ladri, allo schiaffo del soldato, a sassetti, a figurine, a palline colorate di vetro, con i tappetti. Quest’ultimi si trasformavano con la fantasia in macchine che correvano su pista ( si spingevano con il tocco di pollice ed indice) e le piste erano disegnate col gessetto sul selciato oppure con un bastoncino sulla terra. Ovviamente c’era anche il gioco di bambola per le bambine e “a guerra” per i bambini! Bello giocare a nascondino la sera al” bastione”. Qui il numero dei partecipanti era grande in confronto a quello del vicolo.
Si facevano tanti scherzi, si suonavano i campanelli scappando via di corsa, si scriveva sulle porte di casa il soprannome oppure frasi simpatiche: sul portone di due fratelli che vivevano da soli non sposati ( Antilia e Antonio) si trovò la scritta : “Qui abitano ‘ndì e ìndo’”… frase significativa perché, chiamandosi, per le strade del Borgo riecheggiava il “ ‘Ndi..’ Ndo, è pronto il pranzo” ecc… A volte si facevano altri dispetti come nascondere vasi di fiori o scambiarli dai davanzali e dai pianerottoli. Per andare a giocare fuori porta Perugina si usava dire: <Mà (mamma), vado in Borgo..> come se già non ci stessimo!
PORTA PERUGINA, INTERNO
PORTA PERUGINA, ESTERNO
I NEGOZI E GLI ARTIGIANI
Ai tempi c’erano molte attività e negozi (botteghe). Vari generi alimentari ( potrei dire i nomi e collocazioni ma andrebbe per le lunghe), molti artigiani, falegnami, restauratori, ricamatrici, sarte , calzolai (2), una tabaccheria , quella del “sor Pietro” dove io compravo le liquirizie a forma di pesciolino che costavano una lira. Poi una macelleria, il famoso bar osteria di “Chicchinetto e dell’ Ersilia” (vicino alla piazzetta dove era pure un bocciodromo), a santa Prassede l’osteria di Mariano dove si andava a comprare il vino sfuso.
Non scorderò mai il maniscalco Pietro detto “Chicchinetto”. La sua officina era un “fondo” sotto casa mia. Lui cantava al suono del suo martellare e battere sull’incudine il martello sul ferro rovente… Il tono della voce cambiava a seconda della forza che incuteva al colpo. Aveva una cavalla con la quale usciva tutti giorni: il carro lo teneva riposto fuori porta Perugina.
LE TRADIZIONI
Ricordi indelebili sono quelli con cui si vivevano le festività. Per la vigilia dei Santi e del santo Natale si preparavano i maccheroni dolci
(Qui trovate la ricetta di Todiguide !).
A Pasqua si usavano fare “le pulizie a fondo”. Quando passava il prete per la benedizione si faceva trovare la tavola apparecchiata con sopra il vino , il sale , la pizza di formaggio e le uova sode che sarebbero servite per la colazione pasquale. Durante la settimana santa al “legarsi” delle campane, noi bambini abitanti vicino al convento, giravamo con uno strumento che ci davano le suore per annunciare il mezzogiorno ( lo strumento consisteva in una tavoletta di legno con un ferro a forma di maniglia che scuotevamo , provocando un gracchio suono). Per i morti si cucinavano le fave da gustare con i crostini e la bruschetta. Per la vigilia della Madonna di Loreto “la Venuta”, il 9 Dicembre si stava a veglia aspettando la mezzanotte e si mangiava la pizza “sotto il foco” con le salsicce.
PIZZA SOTTO IL FUOCO, detta anche TORTA AL TESTO
Per la festa di san Bernardino da Siena il 20 Maggio, passava la processione lunghissima che veniva da Pian di Porto e Pian di san Martino e arrivava a san Fortunato. Si facevano disegni per terra con i fiori . Al mattino prestissimo li andavamo a raccogliere poi, una parte si utilizzava per L’Infiorata ,la rimanenza si gettava dalla finestra al passaggio del corteo. Lo spettacolo era bello multicolore con i petali svolazzanti.. .Quella mattina si andava a scuola più tardi. In processione le donne vestivano di nero, i bambini di bianco, gli uomini chiudevano il corteo.
PERSONAGGI
Un ricordo che mi metteva paura era “la muta”(così chiamavamo una vecchietta che sedeva sempre sugli scalini di casa sua a metà Borgo, vestendo abiti poveri (stracci) particolari, coloratissimi e mal messi , con una specie di turbante in testa e gesticolava emettendo suoni strani.
Nelle sere d’Estate si stava al fresco seduti sul “pianello” o sugli scalini. I grandi parlavano e noi giocavamo. Si facevano anche lunghe passeggiate alle “Coste “ ( da porta Perugina a Montesanto) o alla “Fabbrica” (da porta Perugina a porta Romana). Spesso si raccontavano storie di fantasmi e, in particolare , di uno che stava sotto una quercia dove, si narrava, ci si fosse impiccato da vivo (o da viva?). Lascio immaginare la paura dato che non c’era l’illuminazione pubblica… Poi in passeggiate serali estive la cattura delle lucciole! Le mettevamo sotto il bicchiere e, al mattino erano sostituite con monetine…Avrei tante altre cose da raccontare ma ci vorrebbe troppo tempo……i ricordi sono molti…
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Grazie a Rosella per questo bellissimo racconto! E ricordate che per visitare il Rione di Borgo e gli altri quartieri medievali di Todi potete prenotare un Tour di Trekking Urbano con Elisa e Luca, Guide Turistiche dell’Umbria!!!